INDAGINI SULLE BADANTI IMMIGRATE

 

Il progetto effettuato è volto alla qualificazione del lavoro di cura e all'inserimento lavorativo e sociale delle donne immigrate impiegate in questo ambito. Inoltre il progetto promuove l'emersione del lavoro irregolare e mira a sostenere le famiglie nella ricerca e del personale e a supportarle nella fare di registrazione del rapporto di lavoro. 

Il progetto è frutto di una progettazione partecipata che ha visto coinvolti e protagonisti gli attori sociali che sul territorio si occupano di formazione, che supportano le lavoratrici, che che accompagnalo gli stranieri da un lato e le famiglia con bisogni assistenziali dall'altro.

Il progetto si è aperto con il workshop che si è tenuto a Melzo il 22 gennaio 2008.

La prima fase è stata la mappatura dei luoghi formali o informali di incontro tra domanda e offerta del lavoro di cura presenti sul territorio, attraverso i quali risalire alle badanti e ai loro riferimenti.

La seconda fase prevedeva una ricerca sulle badanti per evidenziare le caratteristiche della loro presenza sul territorio, il loro profilo socio-cultuale, i loro fabbisogni formativi e le forme di lavoro (orari, contratti, retribuzioni). Le badanti sono state individuate con la collaborazione dei "nodi" della rete, è sono state intervistate con interviste strutturate.

Il profilo che emerge dall'indagine è quello di una donna immigrata per la maggioranza dotata di regolare permesso di soggiorno, con una elevata istruzione, con età media pari a 41,5 anni, prevalentemente di provenienza dall'Europa dell'Est. Le badanti sono nella maggioranza dei casi sposate, ma con marito e i figli che risiedono ancora nel paese di origine. 

Se analizziamo le condizioni di lavoro emerge una figura di badante che è completamente assorbita dal suo lavoro di cura, lavora quasi sempre a tempo pieno in coabitazione con la persona assistita e non ha margini per svolgere altri lavori al fine di integrare il suo reddito. La maggioranza delle badanti intervistate (80%) dichiara di essere soddisfatta del proprio lavoro, anche se la scelta del lavoro di cura è una scelta "di necessità", si tratta infatti di un ambito in cui maggiore è la domanda e, quindi, più alta è la possibilità di ingresso.

Circa le condizioni contrattuali il quadro che emerge dalla nostra rivelazione rappresenta un mercato di lavoro di cura ancora fortemente non regolarizzato: più della metà delle badanti intervistate (54%) infatti lavora in nero, senza contratto. 

Per quanto riguarda i compensi mensili per il lavoro svolto, sulla base della nostra rilevazione il compenso medio delle badanti che operano negli otto Comuni della Martesana è pari a circa  730 euro al mese. Il compenso medio per le badanti che lavorano a tempo pieno è di circa 810 euro al mese. Tra queste le badanti che svolgono attività di cura, non a tempo pieno ma per più più di 30 ore alla settimana il compenso è di circa 775 euro al mese. Tra chi, invece, assume impegni lavorativi più modesti (fino a 30 ore settimanali) il compenso medio è di circa 475 euro al mese. Non si registrano differenze significative tra i compensi delle badanti con documenti di soggiorno regolari e chi invece ne è sprovvisto.

Rispetto ai bisogni formativi l’indagine evidenzia innanzitutto  una scarsa preparazione a svolgere attività di cura, le assistenti familiari infatti non hanno avuto una formazione specifica, ma si sono formate prevalentemente da sole, sulla base dell'esperienza.

Si rileva una forte domanda di formazione, sia sugli aspetti operativi legati al lavoro di cura, sia rispetto ai diritti ed alle forme di tutela delle lavoratrici immigrate. Quasi la totalità delle badanti intervistate (97%) segnala la necessità di essere informata sul contratto di lavoro e sui diritti dei lavoratori, l'85% segnala invece il bisogno di avere informazioni  sui servizi e gli enti che forniscono tutela ai lavoratori immigrati.

L'intervista prevedeva anche una specifica sezione finalizzata a sondare la disponibilità delle badanti a frequentare corsi di formazione specifici: emerge una forte propensione a partecipare (75%), anche se l'effettiva partecipazione sembra essere condizionata dal consenso del datore di lavoro (78%) e alla gratuità del corso (85%). Il 75% delle badanti presuppone tuttavia che il parere del datore di lavoro sia favorevole.

Rispetto alle modalità organizzative emerge che il corso deve necessariamente avere un numero di ore limeitato attorno (attorno alle 40) ore, la cadenza delle lezioni preferita è quella settimanale, la collocazione preferita è al sabato mattina, meno favorevoli appaiono collocazioni serali.

Le informazioni acquisite attraverso l’indagine, sono state utilizzate per impostare i contenuti del corso di formazione per badanti promosso dell’ ambito Territoriale Distretto 5 ed organizzato dal Centro ENAIP di Melzo.

Dopo la ricerca ha preso avvio il corso. L’adesione al corso per badanti è andata al di là delle previsioni: sono state raccolte in tre settimane 56 pre-iscrizioni, 15 hanno partecipato alla prima edizione, 15 alla seconda edizione, si prevedono anche successive edizioni. 

Le partecipanti alla prima edizione hanno ricevuto il diploma di partecipazione alla presenza delle autorità fornendo testimonianze e interventi molto interessanti.

Il successo dell'iniziativa ha convinto i Piano di Zona e gli operatori coinvolti a dare strutturazione agli interventi, trasformandoli da progetto pilota a servizi.